ROMA - Un miliardo di euro per chi decide di investire nella prevenzione dei rischi sul lavoro. Questa la cifra che negli ultimi cinque anni l’Inail, attraverso i bandi Isi (Incentivi di sostegno alle imprese), ha messo a disposizioni delle Pmi che vogliono migliorare le condizioni di sicurezza dei propri lavoratori.
“Abbiamo cominciato nel 2010 offrendo alle aziende 60 milioni di euro a fondo perduto per coprire il 50% dell’intervento su cui richiedevano il finanziamento, nel 2014 siamo arrivati a mettere a disposizione 267 milioni di euro”, ha detto Ester Rotoli, direttore centrale Prevenzione Inail, in occasione di un seminario organizzato dall’istituto per confrontare il sistema italiano di prevenzione dei rischi sul lavoro con quelli del Regno Unito, della Germania e della Danimarca.
L’obiettivo dell’Inail, finanziando i progetti che vanno a intervenire su impianti, attrezzature e processi produttivi “è quello di favorire la politica di prevenzione sul lavoro, per far sì che si rifletta poi sulla salute e sulla sicurezza del lavoratore”, ha continuato Rotoli.
Nel caso specifico dell’ultimo bando in corso, l’Isi 2014, i finanziamenti vengono assegnati fino a esaurimento e secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande. Il contributo copre il 65% dell’investimento, per un massimo di 130 mila euro e viene erogato dopo la verifica tecnico-amministrativa e la realizzazione del progetto. Inoltre, i finanziamenti Isi sono cumulabili anche con i benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito (ad esempio quelli gestiti dal Fondo di garanzia delle Pmi e da Ismea).
Oltre ai macchinari, il bando finanzia anche i modelli di organizzazione e gestione. Si tratta di sistemi di salute e sicurezza “che richiedono importi economici molto più bassi, ma che incidono sull’assetto organizzativo dell’azienda, su come si fa prevenzione all’interno della stessa e su come si attuano procedure e processi produttivi, spesso ancora più funzionali dei macchinari nell'evitare incidenti”, ha sottolineato il direttore centrale Prevenzione Inail.
Il bando Isi del 2014 è in pieno svolgimento, visto che il prossimo 25 giugno ci sarà il “click day”, ossia il momento in cui le imprese possono inviare attraverso lo sportello informatico la domanda di ammissione al contributo (utilizzando il codice identificativo attribuito alla propria domanda, ottenuto con la procedura di download che si poteva già fare dallo scorso 12 maggio).
"Sono già più di 24mila le aziende che hanno prenotato il codice identificativo e il 25 giugno potremo dare immediatamente evidenza di quante aziende sono passate, avendo comunque una disponibilità economica limitata rispetto alla richiesta". Ha spiegato Ester Rotoli aggiungendo che anche in base alla risposta positiva che le Pmi hanno dato in passato a questo tipo di attività, "si dimostra come investire in sicurezza conviene, e non solo restituisce sicurezza al lavoratore ma porta anche competitività all’azienda e quindi capacità di aumento della produzione, dando per noi un senso alle cose che facciamo”.
Durante i lavori di confronto internazionale fra i sistemi di prevenzione dei rischi sul lavoro è emerso che “la comparazione con Paesi che hanno sistemi giuridici così diversi dai nostri, come il Regno Unito, la Germania e la Danimarca evidenziano un grosso nucleo di omogeneità e alcuni interessanti stimoli e differenze”. Ha spiegato Francesco Rampi, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inail, evidenziando come tra questi risulti particolarmente il tema di cosa succede nei confronti delle aziende quando non applicano correttamente le regole sulla prevenzione”.
E quando si parla di regole, si parla anche di controlli e sanzioni. Nel caso dei rischi sul lavoro, "E' riconosciuto in generale che la vigilanza non possa più essere soltanto sanzionatoria". Così il presidente dell’Inail, Massimo De Felice, aggiungendo che, come per la vigilanza in altri campi, anche nella tutela della sicurezza dei processi di lavoro, “la qualità dei controllati dipende dalla qualità dei controlli e dei controllori", ecco perché "ispettori altamente qualificati, processi di controllo ben articolati e standardizzati possono essere strumenti efficaci per migliorare le politiche aziendali", ha concluso De Felice.
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