200mila euro subito per evitare la messa in liquidazione, a patto però che sia nominato un nuovo Cda designato in maggioranza dai 'nuovi conferenti'. E' questa, apprende l'ANSA, la proposta di Silvio Berlusconi per la 'Fondazione Einaudi per studi di politica ed economia di Roma', fondata nel 1962 dall'allora Pli di Giovanni Malagodi per diffondere la cultura liberale e proseguire l'opera di Luigi Einaudi.
Toccherà all'assemblea dei conferenti, convocata per il 28 ottobre, decidere se accogliere l'offerta del leader di Forza Italia che il presidente Mario Lupo ha messo all'ordine del giorno. L'assemblea era prevista per l'8 ottobre, ma è stata rinviata in attesa che siano resi 'compiutamente e ufficialmente' noti, entro il 15 del mese, i nomi inseriti nel 'raggruppamento di esponenti della società civile in via di formazione' che prenderebbero in mano, con la Fondazione, uno dei principali brand della cultura liberale, con l'obiettivo della rifondazione del centrodestra.
Una prospettiva alla quale si oppongono con fermezza i presidenti onorari Valerio Zanone e Roberto Einaudi (ultimi due presidenti prima di Lupo) in una lettera ai membri dimissionari del Cda e ai soci della Fondazione (tra i fondatori anche Banca d'Italia, Generali, Unicredit, Fiat, Mediobanca, Intesa SanPaolo, dei quali i primi tre si sono formalmente dimessi un anno fa dopo la decisione dell'Assemblea di mettere la Fondazione in liquidazione). Meglio la liquidazione per assenza di fondi, scrivono in sostanza, che mettere l'istituzione 'a disposizione di un partito politico'. Tanto più che entrambe le ipotesi segnano la fine della Fondazione.
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