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Mille giorni in Parlamento, il timing del governo

Mille giorni in Parlamento, il timing del governo

Da riforma Senato a Sblocca Italia, 'passo dopo passo' del premier

ROMA, 02 settembre 2014, 08:50

Redazione ANSA

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'I mille giorni ' di Renzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

'I mille giorni ' di Renzi - RIPRODUZIONE RISERVATA
'I mille giorni ' di Renzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si chiama Mille giorni, si legge 'passo dopo passo'. Un programma, quello presentato dal premier Matteo Renzi, che guarda al 2017 e che contempla il timing del governo per 'ricostruire' il Paese.

L'agenda dei Mille giorni, che va dalla riforma del Senato allo Sblocca Italia, avrà l'onore delle armi con un passaggio parlamentare per "ufficializzarne" i contenuti, come fa presente il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: "avverrà a breve", che sia scelta la formula "dell'informativa" o delle "comunicazioni del presidente del consiglio alle Camere, entro settembre sarà in calendario". E "non necessariamente" avrà bisogno di un voto, tantomeno di "un voto di fiducia".

Mille giorni: un countdown che scadrà il 28 maggio del 2017, una domenica. Anche Renzi lo ha ricordato: "Oggi per noi è la partenza dei Mille giorni". E sul sito, creato ad hoc, 'passodopopasso.italia.it', si trova in bella mostra la scansione del tempo. Mentre sulla strada tracciata per i prossimi 999 giorni alcune tappe ('obbligate') sono già segnate e evidenziate. Ed altre probabilmente ne verranno. Il capitolo riforme: in testa il ddl Boschi, approvato a Palazzo Madama, che cancella il bicameralismo perfetto, e la riforma del Titolo V, e che adesso sarà di scena alla Camera. Nello spazio riforme, bisogna però anche derubricare la legge elettorale, pronta a ripartire al Senato, con tutta una serie di equilibri da rispettare per 'aprire' ad eventuali modifiche.

Poi, il Piano per le scuole: spinta a interventi di ristrutturazione per oltre 21.000 edifici e con la mobilitazione di più di un miliardo di euro di investimenti. Inoltre, da non dimenticare le linee guida per la scuola, già pronte e che attendono soltanto lo sdoganamento di Palazzo Chigi (con le slides che scalpitano in vista della presentazione prevista per mercoledì). La conferma del bonus di 80 euro anche per i prossimi anni, definita sul sito come "una grande operazione di redistribuzione della ricchezza". Ed ancora, il dimezzamento dei permessi sindacali che porta con sé un risparmio da 10 milioni, oltre alla riforma della Pubblica amministrazione con l'obiettivo dichiarato della semplificazione e razionalizzazione. Spazio anche ai due provvedimenti arrivati nell'ultimo consiglio dei ministri del 29 agosto.

La riforma della giustizia che in particolare punta a smaltire l'arretrato nel processo civile e ad avere più efficienza e qualità; senza contare che del pacchetto di misure, in un modo o nell'altro (anche con la formula della delega), entreranno a far parte anche intercettazioni, prescrizione e responsabilità delle toghe; stesso discorso per la riforma della giustizia penale. E, naturalmente, nei Mille giorni ci sono anche i cantieri che si apriranno e quelli che ripartiranno grazie alla 'velocità' che dovrebbe esser iniettata al Paese dal decreto Sblocca Italia. Non si può non immaginare che non troverà spazio, in queste 142 settimane di governo, anche il Jobs act, cioè la delega lavoro; ora fermo al Senato e pronto a ripartire con nuovo vigore dopo un'estiva metabolizzazione 'politica' della discussione intorno all'art.18: "un'evergreen che puntuale arriva ogni anno", osserva il premier.ra le altre cose, c'è la "grande sfida", come la chiama Renzi, della riduzione del "procedimento normativo"; che per il ministro Boschi in parte è già iniziata con "il dimezzamento nell'arco di sei mesi" dei decreti attuativi 'ereditati'. Ma lo spirito del 'tempo' di quei Mille giorni, e di quel claim 'passo dopo passo' che sembra scandirne le tappe, lo si coglie nelle parole che accompagnano la sua presentazione: "Il nostro Governo è nato per fare quello che per troppo tempo è stato solo discusso o rinviato. Impresa ambiziosa, certo. Ma siamo qui per questo".

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