La guerra tra esercito e forze
paramilitari scoppiata quasi 11 mesi fa in Sudan "rischia di
scatenare la più grande crisi di fame del mondo": è l'allarme
lanciato dal Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp). Il
conflitto ha ucciso decine di migliaia di persone, distrutto
infrastrutture e paralizzato l'economia sudanese, sfollando più
di otto milioni di persone che si aggiungono agli oltre due
milioni di cittadini costretti ad abbandonare le loro case prima
della guerra civile, scoppiata il 15 aprile dell'anno scorso.
Ora "sono in gioco milioni di vite e la pace e la stabilità
di un'intera regione", ha dichiarato Cindy McCain, direttrice
esecutiva del Pam. "Vent'anni fa, il Darfur rappresentava la più
grande crisi di fame al mondo e il mondo si è mobilitato per
rispondere", ha continuato riferendosi alla vasta regione
occidentale del Sudan e denunciando che "oggi il popolo sudanese
è stato dimenticato".
Il Pam ha affermato di non essere attualmente in grado di
accedere al 90 per cento delle persone che affrontano "livelli
di emergenza di fame", precisando che solo il 5 per cento della
popolazione sudanese "può permettersi un pasto decente al
giorno". Negli affollati campi di transito del Sud Sudan, dove
sono fuggite 600 mila persone dal Sudan, "le famiglie arrivano
affamate e vengono accolte da altra fame", ha sottolineato
l'agenzia alimentare dell'Onu.
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