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Ambasciatore Ungheria designato a Roma rinuncia all'incarico

Ambasciatore Ungheria designato a Roma rinuncia all'incarico

Al centro delle polemiche per 'antisemitismo'

25 luglio 2014, 19:21

Marina Perna

ANSACheck

Poteva diventare un caso diplomatico imbarazzante nei rapporti tra Roma e Budapest. A togliere le castagne dal fuoco è stato lo stesso Peter Szentmihalyi Szabo, contestatissimo ambasciatore designato dall'Ungheria per la sede italiana, che si è tirato indietro. Ha rinunciato all'incarico, ha fatto sapere il ministero degli Esteri ungherese, comunicando che si interrompe così la procedura che avrebbe visto la nomina passare la prossima settimana per l'esame del Parlamento, prima della richiesta formale a Roma di gradimento.

L'Italia per ora era rimasta alla finestra. Limitandosi a sottolineare che nessuna richiesta di gradimento era giunta nella capitale dopo l'appello a sbarrargli la strada arrivato ieri dall'americana Anti-Defamation League. Una richiesta, indirizzata a Giorgio Napolitano e Federica Mogherini, motivata dal fatto che si trattava di un estremista, "un noto antisemita". Ma in quelle poche righe di precisazioni fatte filtrare oggi dalla Farnesina prima della rinuncia dell'ungherese, si capiva che la vicenda sarebbe potuta diventare un grattacapo difficile da gestire tra due paesi dell'Unione europea. La diplomazia italiana aveva infatti fatto sapere di "auspicare", per "lo sviluppo proficuo del dialogo italo-ungherese, che entrambi i Paesi "possano disporre dei migliori e più efficaci canali di comunicazione. E di "confidare che per la guida della rappresentanza diplomatica sia proposta una personalità in grado di contribuire efficacemente al consolidamento delle relazioni tra i due Paesi".

Il caso, almeno pubblicamente, sembra destinato a chiudersi qui, lasciando alle speculazioni l'ipotesi che qualche pressione sia potuta arrivare a Budapest direttamente da Roma. O che la rinuncia di Szentmihalyi Szabo sia stata pilotata dallo stesso governo ungherese. Probabilmente con un sospiro di sollievo a Roma, la vicenda torna nei confini ungheresi, dove la nomina del mancato ambasciatore ha alimentato, e continua a farlo, forti polemiche e motivi di contrasto con il governo guidato dal controverso Viktor Orban, sostenuto dalla maggioranza più a destra di tutta l'Unione europea. La nomina di Szentmihalyi Szabo (69 anni), scrittore, pubblicista, autore di varie pubblicazioni estremiste, tiene banco da giorni con i partiti dell'opposizione, che continuano a chiedere polemicamente come Orban abbia potuto designare un personaggio noto per le sue posizioni razziste ed antisemite, reo di aver bollato gli ebrei come "agenti di Satana" beneficiati dell'"industria dell'Olocausto".

Szentmihalyi Szabo, negli anni passati, ha esaltato la Guardia ungherese, organizzazione paramilitare del partito neonazista Jobbik creata per l'intimidazione dei rom ed ebrei, e nelle sue pubblicazioni ha esortato alla riconquista dei territori ungheresi persi nel 1918. Tra le tante critiche anche quelle più soft di chi ne ha sottolineato la mancanza di esperienza diplomatica e la non conoscenza della lingua italiana. Critiche che fino ad oggi non avevano sortito alcun effetto: solo due giorni fa, il portavoce del ministero degli Esteri confermava infatti che da ambasciatore avrebbe avuto una "importante missione culturale in Italia"

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