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Ok banche al Tfr in busta paga, garanzia dello Stato e no extra costi

Ok banche al Tfr in busta paga, garanzia dello Stato e no extra costi

Patuelli, soddisfatti, chance in più per lavoratori

16 ottobre 2014, 09:32

Redazione ANSA

ANSACheck

Le banche dicono ufficialmente sì e appoggeranno la misura del governo che permette ai lavoratori di ricevere il Tfr in busta paga, operazione che potrebbe partire comunque a metà del 2015. Una volta chiarito che il provvedimento, contenuto nella legge di stabilità, rispetta i paletti giudicati sin da subito necessari dal settore per il buon esito dell'operazione (volontarietà, garanzia dello Stato e assenza di ulteriori aggravi per le imprese, i lavoratori o le banche), l'Abi per voce del presidente Antonio Patuelli, che ne ha discusso nel comitato esecutivo dell'associazione a Milano, si è detta "soddisfatta".

In attesa della convenzione che verrà stipulata fra l'associazione e il Tesoro per definire tutti i dettagli, Patuelli definisce la misura una "grande innovazione che fornisce chance in più di scelta ai lavoratori". Come emerso già nei giorni scorsi dopo i primi incontri tecnici, gli istituti di credito dovrebbero svolgere un ruolo di tesoreria e rappresentare un anello in più della catena già esistente fra aziende e Inps.

Nella pratica le banche erogheranno il finanziamento all'azienda nel caso in cui il dipendente richieda il Tfr, ma saranno coperte dalla garanzia statale. Il lavoratore infatti oggi ha la garanzia che se l'impresa non può dare il Tfr, ci pensa l'Inps attraverso un fondo appropriato.

La stessa garanzia, in diverse modalità tecniche, sarà data alla banca che eroga il finanziamento in modo da poter recuperare l'eventuale insolvenza. La garanzia inoltre permetterà alle banche di non avere aggravi sotto il profilo patrimoniale, mentre la loro remunerazione sarà in linea con quella già prevista attualmente con il Tfr 'lasciato' in azienda (1,5% fisso più lo 0,75% del tasso di inflazione).

In ogni caso, fanno sapere all'Abi, sta alle banche decidere se partecipare, visto che non è prevista un'obbligatorietà anche se fra gli istituti di credito c'è l'opinione che il provvedimento possa contribuire a ravvivare la domanda, attualmente molto scarsa. Ora la parola passa ai tecnici che dovranno definire nei dettagli la convenzione (così come le molte siglate in passato).

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