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Fosse Ardeatine, in tv le donne di Francesca Comencini

Fosse Ardeatine, in tv le donne di Francesca Comencini

Martedì 16 aprile su Rai Storia ''Tante facce nella memoria''

ROMA, 16 aprile 2024, 13:31

di Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sei donne diverse e una storia comune, quella dell'attentato di Via Rasella e dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, raccontata con parole loro e l'intensità della vita vissuta. È 'Tante facce nella memoria', meraviglioso spettacolo teatrale con la regia di Francesca Comencini che dopo tanti anni sui palcoscenici di tutta Italia è diventato un docufilm che ora Rai Cultura propone, con l'introduzione di Amedeo Osti Guerrazzi, martedì 16 aprile alle 22.10 in prima visione su Rai Storia. ''Queste sei testimonianze rappresentano uno strumento indispensabile per capire - al di là delle polemiche, al di là di tutte le diatribe che ci sono state nel Dopoguerra - ciò che realmente è stato", spiega Osti Guerrazzi.

In scena solo sei sedie per le protagoniste della storia, Ada Pignotti, Gabriella Polli, Vera Simoni, Carla Capponi, Marisa Musu, Lucia Ottombrini, ovvero una moglie e due figlie di uomini trucidati nell'eccidio e tre partigiane decorate al valor militare che erano a via Rasella le cui testimonianze sono state raccolte da Alessandro Portelli per il libro 'L'Ordine è stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria', da cui lo spettacolo è liberamente tratto. A dargli voce in scena con l'intensità della semplice parola sono le bravissime Lunetta Savino, Carlotta Natoli, Simonetta Solder, Chiara Tomarelli, Bianca Nappi e Mia Benedetta. Come a teatro anche sullo schermo testo e interpretazione trasmettono l'intensità di questa pagina di storia senza eguali nella quale 335 uomini sono stati uccisi per rappresaglia dopo l'attentato del 23 marzo 1944 realizzato dai Gap romani, in cui restarono uccisi 33 soldati tedeschi e di cui quest'anno si è celebrato il settantesimo anniversario.

"Lo spettacolo nacque tanti anni fa per autoconvinzione, per autoproduzione perchè ci sembrava una cosa importante da fare e da portare in giro. Allora - raccontava all'ANSA Francesca Comencini quando il docu era passato alla Festa di Roma - abbiamo deciso nello stesso modo, girando questo piccolo docu in un giorno, un lunedì al teatro Ghione, che fosse importante lasciarne traccia perchè doveva continuare a girare". Il testo, dal 2015 quando è andato in scena per la prima volta in scena, ad oggi ha una enorme attualità : si parla di guerra, di fascismi, di brutali uccisioni e di donne che devono affrontare tutto questo da sole, a modo loro. "Quando abbiamo iniziato a lavorarci la situazione mondiale era completamente diversa - dice ancora Comencini - ma nel loro intenso racconto orale queste donne, pur così diverse tra loro, fanno venire alla luce tutta la loro forza".

Ma anche la loro straordinaria umanità , quando la partigiana racconta del suo dolore nel togliere la vita al nemico che era pur sempre un uomo, o quando la figlia chiede al padre perchè non è rimasto a casa con i suoi figli e poi gli chiede scusa, o quando la moglie promette al marito con cui si era unita appena pochi mesi prima che non si sarebbe sposata mai più e lo fa, vivendo nella sua memoria. "Sono vedove indomite, segnate ma piene di forza che hanno vissuto ai margini della storia, come tante delle donne che ho raccontato nel mio lavoro, o al centro come le partigiane ma lo raccontano senza retorica". Comencini non nega di essere "molto legata a questo lavoro perchè è la storia di chi è stato ucciso, di chi ha lottato per la nostra nazione, il nostro paese, con profondo spirito patriottico". 
   

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