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Mail alla direttrice del Beccaria: 'Mio figlio ferito in corpo e mente'

Mail alla direttrice del Beccaria: 'Mio figlio ferito in corpo e mente'

Madre a pm: 'Ammanettato e picchiato, in testa l'impronta dell'anfibio'

MILANO, 07 maggio 2024, 16:15

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ciò che è successo è gravissimo in quanto ci si aspetta che i ragazzi detenuti siano trattati con umanità (...) mio figlio quel giorno malato è stato ammanettato e picchiato (...) l'impronta dell'anfibio era ancora sulla sua testa quando è giunto in pronto soccorso. I segni della psiche no, quelli non si cancellano con dei giorni di prognosi! Da genitore soffro al pensiero di come si sia sentito in quegli attimi terribili, solo, maltrattato e impotente".
    Sono passaggi del testo di una email che la madre di un detenuto del carcere minorile Beccaria, il 2 gennaio 2023, inviò all'allora direttrice Maria Vittoria Menenti, dopo aver saputo dal figlio, che aveva visto in videochiamata, che aveva subito un pestaggio da agenti della Polizia penitenziaria il 22 dicembre 2022. Sentita nel giugno 2023, come emerge dagli atti dell'inchiesta sul "sistema" di presunte torture, la donna ha spiegato ai pm che il figlio le raccontò che quel giorno era arrivata anche la direttrice, perché "aveva sentito urla" e "loro", ossia gli agenti, "si sono bloccati, ma lei lo ha visto ammanettato, li ha ripresi e lo ha portato nel suo ufficio". La direttrice, stando al verbale della madre, avrebbe detto al figlio, ancora nel carcere minorile ma che aveva da poco compiuto 18 anni, "che era suo diritto denunciare". Sempre il ragazzo ha, poi, detto alla madre nella videochiamata "che non aveva fatto denuncia, ma che in ospedale aveva detto cosa era successo".
    La donna decise, poi, di scrivere via mail a Menenti, "che mi ha risposto solo dopo diversi giorni". La donna evidenzia che nella mail aveva fatto "precisi riferimenti al fatto che ero a conoscenza del suo intervento mentre mio figlio era ammanettato". Il 10 gennaio 2023 l'allora direttrice, finita indagata per presunte omissioni nelle torture, rispondeva con poche righe informando la madre che erano "state poste in essere le attività previste nel caso specifico". La donna le aveva scritto: "Mi auguro che Lei che è a conoscenza di come hanno agito ben tre agenti abbia preso dei seri provvedimenti a riguardo".
   

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