L'Università degli studi della
Repubblica di San Marino, lanciata sul panorama internazionale,
forte della legge del 2023 che ne ha riorganizzato l'assetto,
dialoga con 171 atenei nel mondo, ma guarda molto da vicino
all'Europa e, questo pomeriggio ha inaugurato l'anno accademico
2023-24, con la lectio magistralis di Giuliano Amato dal titolo:
"La democrazia difficile del nostro tempo e la costituzione
italiana".
"Le prime democrazie parlamentari furono più facili", ha
spiegato Amato ripercorrendo la storia politica dall'unità
d'Italia. "C'erano politiche diverse ma l'interesse di fondo dei
rappresentanti e dei rappresentati erano i medesimi", ha detto.
Cambia tutto con il conflitto di classe e il suffragio
universale. "Furono i partiti politici gli strumenti che
permisero alle democrazie di massa di funzionare". Partito
socialista e Partito popolare con la loro organizzazione dal
basso sono per Amato i due esempi italiani di come "come si creò
l'identità collettiva".
"Ho fatto quella vita da ragazzo - ha detto l'ex premier ed
ex presidente della Consulta - ci incontravano nelle sezioni
cittadine o di quartiere e avevamo un ordine del giorno, se lo
dico oggi gli altri si mettono a ridere, la pace nel mondo, il
ruolo dell'Europa, il trasporto pubblico, le carenze del
cimitero. Ci addestravamo tutti a discutere quei temi,
imparavamo a riconoscere le ragioni degli altri e a trovare il
punto comune. Il punto di intesa era il futuro".
È poi la Costituzione che legittima la vita dei partiti e
della democrazia. Oggi "la partecipazione non è più attraverso i
partiti". "I social ne daranno l'illusione ma non sono
partecipazione pubblica. La crisi della democrazia è quindi
legata al venire meno del contatto diretto". La soluzione che
prospetta Amato è quella di "tornare in Italia ad istituire un
finanziamento ad hoc per i partiti da spendere per procedure
partecipative con i cittadini".
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