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Fine pena per Luigi Chiatti, il 'mostro di Foligno'

Rinchiuso in carcere a Prato per scontare 30 anni di reclusione per gli omicidi di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci

Luigi Chiatti, il così detto 'mostro di Foligno', da oggi sarà 'ospite' della Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) a Capoterra, a pochi chilometri da Cagliari.

Qui, come stabilito dalla corte d'assise di appello di Perugia che nel 1996 condannò Chiatti a 30 anni per gli omicidi di Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13, dovrà restare per un minimo di altri tre anni. I giudici per lui decisero un ulteriore periodo in una casa di cura e custodia al termine della detenzione.

Decisione confermata nei mesi scorsi dal tribunale di sorveglianza di Firenze che ha accertato la pericolosità sociale dell'uomo, oggi 47enne, che tra il 1992 e il 1993 uccise i due bambini. Nel lungo periodo di detenzione passato nel carcere della Dogaia a Prato, Chiatti secondo i periti del tribunale di sorveglianza, non ha mai dimostrato "alcun minimo atteggiamento di rimorso o un minimo dolore per i fatti commessi" ed è stato riconosciuto "socialmente pericoloso". In carcere si trova dall'agosto del 1993 quando venne arrestato dalla polizia subito dopo l'omicidio di Lorenzo. L'allora 24enne confessò, poco dopo, anche l'omicidio di Simone scomparso il 4 ottobre dell'anno prima e ritrovato senza vita due giorni dopo. In primo grado era stato condannato a due ergastoli, ma nel 1996 la Corte d'assise di Perugia riformò la sentenza dichiarandolo seminfermo di mente e lo condannò a 30 anni e al ricovero per un minimo di altri 3 in un Opg. Nel frattempo, però, gli ospedali giudiziari sono stati chiusi, o sono in via di chiusura, e sono nate le Rems.

Strutture che entro la fine dell'anno non avranno più la sorveglianza delle guardie carcerarie. In quella di Capoterra, inaugurata lo scorso 23 luglio, Chiatti, che ha finito di scontare la pena, dovrebbe arrivare nella giornata di domani. Nella tarda serata di ieri era stata scartata la soluzione di un trasferimento nell'Opg di Montelupo (Firenze), struttura che comunque dovrebbe essere chiusa entro l'anno. E' probabile che a lui venga riservata una delle stanze singole presenti nella Rems. Per periti del tribunale di sorveglianza Chiatti dovrebbe sottoporsi a cure farmacologiche per curare quello che è, questa la diagnosi, un "disturbo delirante". Cure che ha sempre rifiutato. Sono gli stessi periti a dire, tra l'altro, che una volta libero, "o anche solo meno protetto", potrebbe "agire nuovamente, non necessariamente contro dei minori", "ma anche contro qualunque persona o addirittura contro se stesso". Da qui la necessità di lasciarlo in un ambiente controllato. La Rems di Capoterra, dove lavorano medici, infermieri, operatori socio sanitari, è dotata di vetri blindati antisfondamento e antiproiettile e recinzione anti scavalcamento, mentre il servizio di vigilanza è garantito dalla presenza di guardie giurate. Una struttura più di cura che di detenzione, di certo molto lontana dalla cittadina umbra dove il 'mostro di Foligno' sfogò i suoi problemi su due bambini. Ora a Chiatti sarà chiesto nuovamente di curarsi, di guardare a un futuro, meno lontano, con una vita diversa da quella che lui ha trascorso negli ultimi 20 anni.

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