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04 ottobre, 09:47 Photostory Primopiano

Foto: Amanda Knox in lacrime

© ANSA
Amanda Knox in lacrime dopo la lettura della sentenza © Ansa

FOTO PIETRO CROCCHIONI, PIER PAOLO CITO

Non una parola ma un pianto a dirotto, via via sempre più forte. Così Amanda Knox ha reagito alla sentenza della corte d'assise d'appello di Perugia, che l'ha dichiarata non colpevole dell'omicidio di Meredith. Anche Raffaele è rimasto in silenzio, prima di un lungo abbraccio con il suo avvocato, Giulia Bongiorno. "Torniamo a casa, torniamo a casa" gli ha poi urlato la matrigna, e lui ha sorriso prima di lasciare l'aula.Amanda: ora voglio solo tornare a casa 

dell'inviato Matteo Guidelli - Quattro anni dopo, lo sguardo da 'femme fatale' lascia il posto ad un volto serio, provato dalla tensione e dalle lacrime: ''ora voglio solo tornare a casa, tornare in possesso della mia vita e riacquistare la mia felicita'''. Amanda Knox guarda fuori dal finestrino quando un'ora e mezzo dopo la sentenza che le ha ridato la liberta', lascia il carcere di Capanne. Ma il suo sguardo e' gia' lontano, come se l'Italia fosse ormai soltanto un ricordo. L'aspetta l'America, che ha seguito in diretta la lettura della sentenza, prima criticando la giustizia italiana e poi applaudendo la decisione della Corte d'assise d'appello. Atteggiamento corretto dal Dipartimento di Stato che ha ''apprezzato l'attenta considerazione della vicenda nell'ambito del sistema giudiziario italiano'' e dal legale di Amanda, Carlo della Vedova, che ha sottolineato che ''c'e' stato si' un errore'' ma e' stato ''il nostro sistema giudiziario a permetterci di correggerlo''.

E l'aspetta la sua Seattle, dove i 'Friends of Amanda', con tanto di maglietta, si sono riuniti in un cinema per tifare per lei. Tutto questo, pero', sara' oggi, quando un volo la portera' al di la' dell'oceano. Per ora, pero', c'e' solo un pianto sfrenato, cominciato in aula ed esploso nel furgone della polizia penitenziaria che l'ha riportata in carcere per prendere le sue cose. Un pianto lungo, forte, pesante. ''Per tutto il giorno e' stata un fascio di nervi, tesa all'inverosimile aveva paura che anche stavolta non ce l'avrebbe fatta - racconta don Saulo, il cappellano del carcere con cui in questi anni Amanda ha costruito un rapporto particolare - e cosi' quando ha capito che era libera e' esplosa''. A don Saulo, Amanda aveva lasciato i suoi ultimi pensieri: sul mondo e sulla Bibbia, sugli uomini e sull'amicizia'' racconta il prete. ''Spero di non rivederti mai piu' qui dentro'' gli ha detto prima di andare in tribunale. E cosi' e' stato. Alle 23.15 Amanda esce dal carcere: destinazione prima il casale che i Knox hanno scelto come base perugina e poi Roma, in attesa di partire per gli Usa. Con la liberta' riconquistata, le lacrime lasciano spazio alle accuse: ''ho sopportato l'insopportabile - rivela al segretario della fondazione Italia-Usa Corrado Maria Daclon - Una delle cose che mi ha fatto piu' soffrire in questi anni e' stato non essere creduta ed essere considerata colpevole d'ufficio, all'interno ma anche al di fuori delle aule di tribunale''. Parole che vanno di pari passo con quelle dette nelle dichiarazioni spontanee: ''Ho subito accuse ingiuste e senza fondamento. Sto pagando con la mia vita per colpe che non ho commesso''. ''Siamo grati che questo incubo sia finito - rincara la sorella Deanna - Amanda ha sofferto per tre anni per un crimine che non ha commesso''. ''Io non fuggo dalla verita' e non sono mai fuggita. Io insisto per la verita'. Dopo quattro anni disperati insisto nella nostra innocenza perche' e' vera e merita di essere riconosciuta'' aveva detto Amanda stamattina ai giudici nelle dichiarazioni spontanee. E stavolta le hanno creduto. ''Ora voglio solo tornare a casa''.

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