L'esito delle regionali non avrà conseguenze sul governo. Ribadisce il concetto il premier Matteo Renzi in Liguria in un comizio a sostegno di Raffaella Paita mentre manda una frecciata alla sinistra che guarda alla Liguria come a un 'laboratorio' politico. "Per il governo - dice il premier - non cambia niente, assolutamente niente".
"Da qualche giorno - attacca a La Spezia - stanno dicendo che la Liguria è il laboratorio della politica nazionale, è una sfida nazionale. Noi non discutiamo dei laboratori di politica nazionale ma del governo della regione: è l'ora di farla finita di trasformare le elezioni in uno scontro per i giochi politici romani".
"Vogliono fare della Liguria un laboratorio della nuova sinistra? No, è la sala d'infermeria della nuova destra: vogliono rimetterla in moto". Così il segretario del Pd Matteo Renzi ha chiuso il suo intervento a La Spezia a sostegno di Raffaella Paita. "Non dobbiamo consentire a nessuno di usare la vostra regione per fare il bertinottismo 2.0. Chi vi dice 'io sono più a sinistra' fa quello che ha fatto Bertinotti qualche anno fa: manda a casa la sinistra e spalanca le porte ancora una volta alla destra - ha sottolineato - Allora a lavorare, a lavorare tutti insieme. E diciamolo agli elettori, quelli moderati che magari hanno creduto nel sogno berlusconiano, che pensavano davvero credibile l'alternativa di Berlusconi. Noi non abbiamo niente contro Giovanni Toti, non abbiamo niente contro gli altri, però vi prego con il cuore in mano: deriva da questa elezione non qualcosa per il governo, ma i prossimi cinque anni di questa regione". "Come se non vi bastasse il premier toscano, volete anche il presidente della Regione toscano? Vi stiamo invadendo, io metterei un confine a La Spezia", ha poi scherzato il premier, sottolineando che il candidato del centrodestra Giovanni Toti è toscano e non ligure.
Infine un attacco alle'ex Cav. "Venti anni di centrodestra - dice Renzi - hanno lasciato macerie. Non ho mai attaccato Berlusconi ma lui è il leader politico in Italia che è stato più giorni di De Gasperi, Moro, Fanfani, persino Andreotti a Palazzo Chigi: se aveva queste grandi e belle idee per il futuro del Paese perché non le ha realizzate?".
Piccola cotestazione - Al grido di "scuola pubblica, scuola pubblica", un gruppetto di una decina di precari della scuola ha contestato il premier Matteo Renzi nel corso di un'iniziativa elettorale nel campetto Limone a La Spezia. Non appena il premier ha citato, tra gli impegni del governo, quello per la scuola, i precari hanno iniziato a urlare e fischiare. Ma Renzi non si è fermato: "Potete fischiare quanto vi pare, noi non fischiamo gli altri".