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Con Paolo nella Valle dell'Ebola

Il diario multimediale del tecnico italiano Berrettini che allena in Congo

Redazione ANSA

Paolo Berrettini vive e lavora a Brazzaville, la capitale della Repubblica del Congo. Paolo è il commissario tecnico delle nazionali under 17 e under 20 di calcio della Repubblica del Congo e sta disputando le qualificazioni per la fase finale della Coppa d'Africa. Ogni giorno, in base alla sue disponibilità, il mister racconterà ad Ansa.it con foto, testi e registrazioni audio la vita a Brazzaville mentre il mondo ha paura dell'ebola.

PRIMA PUNTATA, COME PAOLO HA SCOPERTO L'INSORGENZA DEL VIRUS

SECONDA PUNTATA, CON GLI ALTRI ITALIANI IN CONGO PARLANDO DI EBOLA

TERZA PUNTATA, LA TRASFERTA IN SENEGAL PREOCCUPA

QUARTA PUNTATA, L'AMBASCIATA CI RASSICURA

QUINTA PUNTATA, SPOSTARE COPPA D'AFRICA A GIUGNO 

Il diario multimediale di Paolo al 16 novembre 2014

di Paolo Berrettini

 

E' vero che quando si beve l'acqua di una terra straniera devi seguirne gli usi ed i costumi. Ed è quello che da un anno mi sta accadendo, mi sto adeguando in maniera  perfetta a quest'Africa variopinta. Ogni posto ha una storia, basta star seduti nel mio terrazzo ed osservare  la gente che passa, mettersi in un angolo al supermercato, eppoi seguire
il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con un nuovo amico nel posto più scialbo seppur ricco di emozioni perchè ormai ho definito la finestra della mia casa, la mia  finestra di vita, lo specchio del mondo.

L'Africa ti mette a nudo, ti proietta verso un altro mondo, fuori di  te e ti consente di guardarti dentro. Scrivo ciò poichè vorrei trasmettere il mio spirito avventuroso che mi spinge ogni giorno ad andare avanti in questa terra di stranezze e
meraviglie. Ma ho in serbo nel mio cuore un contestabile pensiero, relativo alla partecipazione della COPPA D'AFRICA, la CAF ha ufficializzato l'evento in GUINEA EQUATORIALE nel mese di Gennaio, quel  che mi sta a cuore è principalmente, la salute di ognuno di noi, la mia cultura seppur dettata dall'insegnamento dello sport mi impone di fermarmi a riflettere e di esprimere il mio disappunto.

Il Marocco ha scelto di fermarsi e ne condivido il pensiero. Soffermiamoci a valutare il pericolo mortale che l'EBOLA trasmette. L'ebola esiste, non sottovalutiamo con tenuità il caso. Per giocare, per vincere, abbiamo tutti bisogno della nostra salute. Per giocare, per vincere, non abbiamo bisogno di MORIRE D'EBOLA. 

RIFLETTIAMO, cercando di percorrere la miglior strada maestra.

 

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