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Roncalli-Wojtyla, i santi della gente

Il Papa Buono e il Papa Grande canonizzati il 27 aprile

Giovanna Chirri

Angelo Giuseppe Roncalli, - il papa che ideò e aprì il Concilio, morto nel '63, - e Karol Wojtyla, - il papa della guerra fredda e poi della globalizzazione, morto nel 2005, - tagliano il traguardo della proclamazione di santità lo stesso 27 aprile 2014, per volontà di papa Francesco, che ha concelebrato il rito insieme al papa emerito Benedetto XVI.

Questi, per averli santi insieme ha dispensato Roncalli dalla certificazione del miracolo, e ha respinto con eleganza le richieste di vari ambienti polacchi di concedere a Wojtyla una cerimonia esclusiva. Con questa scelta si frena un certo trionfalismo nei confronti di Wojtyla, che ancora accomuna diversi settori cattolici, non solo polacchi, e si valorizza il ruolo di due grandi papi del Novecento e del loro personale contributo alla vita della Chiesa e del mondo.

Roncalli e Wojtyla sono inoltre singolarmente avvicinati dal fatto che la loro agonia e morte sia stata vissuta in diretta, attirando l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, per via del ruolo universale e di punto di riferimento mondiale che entrambi avevano assunto in modo deciso ed evidente durante il loro regno.

Come ha osservato padre Giovanni Sale sulla Civiltà cattolica, inoltre, la canonizzazione di Roncalli giunge in un momento importante e significativo per la vita della Chiesa, che in questi anni "'fa memoria' del cinquantesimo anniversario del Concilio da lui voluto e avviato".

E certo Bergoglio li canonizza insieme considerando il loro ruolo di papi nella storia del Novecento proprio in relazione all'evento conciliare: anche le grandi energie devozionali che entrambi mettono in moto, vengono incanalate in relazione al Concilio.

La sensibilità del papa latinoamericano che è il primo papa contemporaneo a non aver partecipato al Vaticano II fa prevedere che desideri in tempi rapidi anche la beatificazione di Paolo VI: la Evangelii gaudium, esortazione apostolica di Bergoglio e in un certo senso manifesto del suo pontificato, fa riferimento esplicitamente alla Evangelii nuntiandi di Paolo VI, un documento centrale per tutta la Chiesa e in particolare fondamentale per la ricezione del Concilio in America Latina.

La santità dei papi letta in relazione al Concilio mitiga le perplessità di quanti nutrono dubbi sulla opportunità di canonizzare i papi. Uno dei primi esponenti illustri di questi dubbiosi è stato il domenicano Yves Congar, estimatore di papa Giovanni ma che si oppose alla richiesta che questi fosse canonizzato per acclamazione alla fine del Concilio. "Perché questa canonizzazione di papi ad opera dei loro successori? - affermò Congar - Non usciremo quindi mai dalle vecchie abitudini romane? Proprio mentre si annuncia l'aggiornamento si fanno gesti che non sono in linea con esso?".

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