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Il Kanun e la 'Presa del sangue' tra scomuniche e faide medioevali

E' un codice consuetudinario antichissimo, la cui credenza oggi è relegata nelle zone più arretrate del Nord

di Fabrizio Cassinelli

"La porta della Chiesa sarà sempre aperta per chi si ravvede e cambia la propria mentalità di morte, ma a norma del canone 1331 si prevede la scomunica sia per quanti commettono omicidio sia per chi collabora o concorre affinché esso avvenga". Così recita il decreto ufficiale emesso nel 2012 dalla Curia arcivescovile metropolitana di Scutari. "Bisogna togliere dal cuore dell'uomo quella rabbia di agire e di farsi giustizia da solo", spiega l'Arcivescovo Angelo Massafra. Lo Stato e la Chiesa ci hanno provato in ogni modo, ma fino adesso non sono riusciti ad estinguere la credenza nel 'Kanun', anche se a onor del vero riguarda ormai una piccola parte del territorio nazionale. E moltissime famiglie, più di un migliaio, sono riuscite negli anni, grazie a commissioni locali organizzate da mediatori del Governo, a ottenere il "perdono", previsto dal Kanun, magari dietro una ricompensa, che quindi non causa alcun tipo di onta a chi lo concede.

Il Kanun risalirebbe al 1400 come summa di leggi orali antichissime, di origine illirica. Nel Xv Secolo si è formato sull' iniziativa di Leke Dukagjini, un condottiero contemporaneo del padre della patria, l'eroico Giorgio Castriota Scanderbeg della impavida resistenza all'Impero Ottomano. E' stato riportato in forma scritta solo da poco, nel 1933 sulla base degli appunti dello studioso Costantino Gjekov, un frate kosovaro: regola da secoli la vita sociale nelle zone più arretrate dell'Albania, soprattutto nel nord, e tratta di come dirimere le dispute di confine, le cerimonie matrimoniali, i rapporti tra compaesani, il pagamento dei debiti e dei crimini come furto e rapina, e anche la vendetta. Il codice fissa in maniera rigorosa il diritto di vendicare l'uccisione di un proprio familiare colpendo i parenti maschi dell'assassino fino al terzo grado. Unica zona franca: la casa, con i parenti deputati a provvedere a rifornimenti alimentari e qualunque altra necessità del 'segregato'.

Congelato durante i cinquant'anni del regime comunista, il fenomeno della vendetta e' riesploso nei primi anni '90 facendo registrare decine di delitti talvolta compiuti per punire uccisioni avvenute prima della seconda guerra mondiale. Molti anche gli omicidi avvenuti all'estero dove molti possibili 'bersagli' sono scappati pensando di essere al sicuro, e dopo anni e anni passati conducendo una vita normale sono stati uccisi da uomini altrettanto normali che si sono dovuti trasformare in cacciatori e killer sotto la pressione delle famgilie d'origine o di ritorsioni personali.

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