Si sta concludendo positivamente la sperimentazione del primo esemplare italiano di limitatore di corrente basato su tecnologia a superconduttore (SFCL), un vero e proprio 'bodyguard' che protegge la rete elettrica dal rischio blackout. Sviluppato dai ricercatori di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico), è installato da due anni a Milano presso la sottostazione S. Dionigi di A2A Reti Elettriche, e concluderà il suo periodo di prova a fine giugno, come annunciato dai responsabili del progetto in un incontro pubblico presso la Casa dell'Energia AEM.
Questo dispositivo è il primo prototipo italiano uscito dai laboratori per essere installato nella rete di distribuzione a media tensione. E' stato pensato per rispondere ai problemi di sicurezza determinati dal continuo incremento della domanda elettrica e dalla crescente magliatura delle reti di distribuzione: in caso di guasto, infatti, si può generare un cortocircuito molto più severo di quello a cui possono far fronte i sistemi di sicurezza pensati in origine per una rete più ristretta. Per far fronte a queste situazioni, si è pensato di sfruttare un materiale superconduttore che viene raffreddato con azoto liquido ad una temperatura di meno 196 gradi. In condizioni normali, il superconduttore viene attraversato dalla corrente che transita sulla linea (in questo caso pari a 220 Ampere) e non oppone alcuna resistenza.
Nel momento in cui si genera una forte corrente di cortocircuito (che può anche superare i 30.000 Ampere) a causa di un guasto, il superconduttore si scalda e cambia di stato, trasformandosi in un pessimo conduttore che dissipa parte della corrente sotto forma di calore.
Il limitatore agisce da 'freno' per meno di mezzo secondo: così permette l'apertura e l'immediata chiusura dell'interruttore di rete che sospende solo per pochi istanti la circolazione della corrente. Il sistema funziona in totale autonomia e viene costantemente monitorato da remoto.
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