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Cinema:Bif&st;Rosi,per film politici Volontè attore unico

In un video a Bari omaggio anziano regista all'attore scomparso

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(di Marina Bianchi)

BARI - Ha per titolo 'Unico' il video, realizzato da Marco Spagnoli, con cui il regista Francesco Rosi, che non ha potuto raggiungere Bari e il Bif&st perché - ha detto - "la sua età non glielo consente" , rende omaggio a Gian Maria Volontè e in particolare firma il tassello 'Volontè e la politica'. "Volontè era un grandissimo attore, direi 'unico' - sottolinea Rosi - perché a differenza di altri interpreti suoi contemporanei, come Mastroianni che con il suo fascino trasmetteva i valori etici ed estetici dei personaggi, Volontè riusciva ad agganciare subito il pubblico ai valori delle battute, ai personaggi che interpretava". E Rosi racconta. "Negli anni Sessanta c'era l'abitudine di far doppiare gli attori, io la interruppi, avviai l'innovazione di far recitare gli attori, introdussi 'la presa diretta' e in questo trovai in Volonté, che aveva alle spalle anni di teatro, un interlocutore ideale". "Si preparava metodicamente - ricorda ancora Rosi - faceva esercizi di memoria. Per esercitarsi e mandarli a memoria era capace di trascrivere a mano svariate volte i copioni". E i suoi ricordi sono intervallati da immagini del suo cinema politico, da 'Uomini contro' al 'Caso Mattei', da 'Cristo si è fermato a Eboli' a 'Lucky Luciano', a 'Cronaca di una morte annunciata'. "Le mie scelte cinematografiche erano motivate dal voler raccontare il mio Paese - spiega - e non solo agli italiani ma anche all'estero. E se uno sceglie di raccontare la propria epoca non può fermarsi davanti a scelte, politiche e linguistiche, giudicate estreme. Ed e' quello che, a mio parere, siamo riusciti ad ottenere io e Volontè". Con Volontè "non ho mai avuto - ha sottolineato - alcun incidente, alcun contrasto sul lavoro, nonostante non avessimo la stessa impostazione politica. Mi stimolava sempre ad un confronto".
"Mi hanno detto che nel pubblico di Bari, al Bif&st' - conclude Rosi - c'è la presenza di 400-500 giovani, è incoraggiante sulle ragioni per cui si fanno i festival, che vanno fatti per educare i giovani a fare il cinema. I ragazzi devono guardare di più la filmografia di alcuni registi italiani di quel periodo in cui, dopo la stagione del neorealismo, continuavano a far conoscere la realtà italiana".

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