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Lou Castel, io attore senza patria

L'artista oggi al Bif&st

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BARI - Un mito del cinema di impegno come Lou Castel, 72 anni, oggi è al festival di Bari per raccontare la sua amicizia professionale con Gian Maria Volonté che è protagonista di un prolungato omaggio alla manifestazione pugliese. Capelli lunghi, aspetto trasandato e voce timida l'attore ha parlato del suo impegno politico nell'Italia degli anni '70 per il quale fu espulso essendo militante del partito maoista e ha raccontato anche come Gian Maria Volonté con il quale aveva fatto Quien Sabe, anche lui impegnato politicamente, aveva solidarizzato con lui non andando al Festival di Cannes dove avrebbe dovuto ritirare un premio come migliore attore essendo in corsa con ben due film La classe operaia va in paradiso di Elio Petri e il Caso Mattei di Francesco Rosi. Cosa è l'oggi dal punto di vista attoriale? "Non c'è più ideologia, non basta oggi essere motivati e non ci sono più quelle tensioni ideologiche, non c'è più Che Guevara non c'è più il Vietnam. Non dico che gli attori di oggi sono meno impegnati ma il fatto è che allora io avevo una grande carica sociale e loro no. L'attore che fu espulso il 4 marzo del 1972 per la legge Rocco ricorda poi come il suo ruolo ne I pugni in tasca lo abbia condizionato: "Mi è rimasto un po' di quel marchio di personaggio timido che io non mi volevo portare appresso".

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