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Ilva: via libera al decreto. Renzi: 'Riparte la speranza'. Protesta M5s in Aula

Ilva: via libera al decreto. Renzi: 'Riparte la speranza'. Protesta M5s in Aula

L'ok definitivo della Camera è arrivato con 284 sì, 126 no (M5S, Lega e Sel) e 50 astenuti (Forza Italia e Fdi)

03 marzo 2015, 16:03

foto di Giuseppe Lami

ANSACheck

Deputati M5S mostrano un disegno di un bambino del rione Tamburi di Taranto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Deputati M5S mostrano un disegno di un bambino del rione Tamburi di Taranto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Deputati M5S mostrano un disegno di un bambino del rione Tamburi di Taranto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Via libera definitivo dell'Aula della Camera al decreto sull'Ilva. Il testo passa con 284 sì, 126 no (M5S, Lega e Sel) e 50 astenuti (Forza Italia e Fdi)."Riparte la speranza", commenta su twitter il premier Matteo Renzi.

Polemiche le opposizioni con il Movimento cinque stelle che ha esposto in Aula cartelli di protesta contro il provvedimento. 

M5s, decreto scritto per le banche, Pd ipocrita - "È una proroga a vita dell'Ilva che è in realtà solo un modo per far rientrare le banche dalle loro esposizioni e dei loro crediti per poi lasciare tutti debiti e danni a carico dello Stato. Ecco cos'è il decreto Ilva": così il Movimento 5 Stelle che oggi ha votato no al decreto Ilva alla Camera. "È palese - ha detto in Aula il deputato Davide Crippa - come il Governo ritenga troppo restrittive le norme dell'autorizzazione AIA per l'Ilva, considerando che si sta facendo di tutto per ampliarne le maglie giustificando di fatto la procedura di infrazione europea". Il decreto introduce una nuova figura, secondo M5s, "l'unto dal Signore": "Al commissario Straordinario tutto è concesso - ha detto Crippa - tanto che viene scritto nero su bianco che non è responsabile penalmente per le operazioni di finanziamento, bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta". "La stessa aula di fatto esonera dai propri doveri e dalle proprie responsabilità colui che sarebbe il responsabile della sicurezza aziendale dell'Ilva che, come si può leggere da cronache recenti, non è per nulla esente da rischi di incidenti. Quindi un infortunio sul lavoro all'interno dello stabilimento Ilva potrà di fatto non comportare più alcuna responsabilità penale del datore di lavoro?". "Non vi nascondo - ha concluso - che ho trovato surreale leggere sui giornali come il deputato Bratti si sia indignato per quanto contenuto nel decreto inserito dal Senato dallo stesso PD per le scorie di fonderia. Ma è l'ipocrisia a cui ci hanno purtroppo abituati".

Lega, no a decreto, governo vada a casa - "Quattromila aziende dell'indotto dell'Ilva attendono da anni i pagamento dello Stato ladro, che ha preteso le tasse e non ha pagato i fornitori. L'ingerenza della politica nella gestione dell'Ilva sta desertificando il patrimonio siderurgico del paese, un tempo ai vertici mondiali. È l'ennesimo fallimento di un governo che merita solo di andare a casa". Lo ha detto nell'Aula della Camera Davide Caparini della Lega in dichiarazione di voto contrario al decreto Ilva. Caparini ha accusato gli ultimi esecutivi di sinistra di "aver ridotto sul lastrico l'azienda, producendo 3 miliardi di insolvenze in due anni e mezzo", e "le 4mila imprese fornitrici, con sede per lo più al Nord, esposte con banche e dipendenti, gravate dalle tasse su incassi mai ottenuti, e in eterna attesa dei pagamenti dello Stato". "Non basta aver inserito i crediti nel calderone della gestione fallimentare, il governo non ha previsto le risorse", ha avvertito Caparini. Per il parlamentare del Carroccio il governo, sul caso Ilva, "ha dimostrato di non avere una politica industriale" e di "voler azzerare il patrimonio industriale del paese". "Le nostre aziende chiedono solo di poter lavorare, i nostri laureati chiedono di non dover scappare all'estero per avere prospettive". "Il governo sta impedendo alle nostre imprese di lavorare e di creare lavoro, se vuole far qualcosa di utile per il paese ha una sola strada: andare a casa".

Verdi, Taranto condannata a morire - ''In nome del popolo inquinato e ammalato, ingiustizia è fatta''. Lo afferma in una nota il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli ricordando che la Camera dei deputati oggi ha convertito in legge il decreto su Ilva, ''il settimo - aggiunge - in quasi tre anni, che condanna la popolazione di Taranto a vivere con la diossina e con i veleni''. Secondo Bonelli ''si continua a voler tenere in vita un modello produttivo che a Taranto non è riparabile essendo quello dell'Ilva un impianto vecchissimo, che produce un inquinamento,secondo gli studi dell'Istituto superiore di sanità, che ha provocato un aumento della mortalità infantile del +21% e del + 54% di malattie tumorali tra i bambini rispetto alla media''. La legge approvata oggi, attacca il leader dei Verdi, ''è incostituzionale a partire dalla norma feudale che garantisce l'impunità penale ai commissari Ilva e perché sospende le leggi di tutela sanitaria e ambientale. Questo decreto - denuncia l'esponente ecologista - serve per garantire i crediti delle banche con i soldi dello Stato e quindi dei cittadini, mentre i tarantini continuano a morire nelle corsie degli ospedali''.

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