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Legge di Stabilità incassa fiducia al Senato, Renzi: "stoppato assalto a diligenza"

Proteste opposizioni: M5S, è Topolino. Fi via da Aula, poi vota no

 Matteo Renzi rivendica: abbiamo stoppato ''i vecchi appetiti'' della politica ''li abbiamo lasciati a bocca asciutta'' e, dopo l'ok sofferto alle prime luci dell'alba alla Legge di Stabilità in Senato, sottolinea come sia stato fermato ''l'assalto alla diligenza''. Quello che si consuma più o meno, come da tradizione, durante ogni sessione di bilancio. Da anni. Ora, anche sulla legge elettorale incardinata alle 8 di mattina, ''non si torna indietro''. Anche perché - come dice il ministro Pier Carlo Padoan - la Legge di Stabilità consentirà all'Italia di apparire più ''credibile'' ai mercati e ai partner europei. E in ultima analisi quindi di avere più spazi di manovra verso la crescita affidata nel frattempo anche all'implementazione delle riforme. Analisi questa che però non trova chiaramente sponda nelle opposizioni che invece parlano di ''incompetenza'' del Governo, anche relativamente alla gestione caotica dei lavori in Senato, se non addirittura, in modo molto più colorito, come nel caso di Beppe Grillo, di ''dittatura alla vesellina''. Forza Italia, che nella notte aveva abbandonato l'aula del Senato per poi rientrare e votare 'no' alla manovra, parla senza mezzi termini di ''dilettanti allo sbaraglio''. ''Noi - dicono Renato Brunetta e Rocco Palese - vigileremo sui contenuti e in Parlamento non concederemo nessuno sconto, nessuna deroga. Anche questa volta Renzi ha fallito''. Strali sul premier arrivano anche dal segretario della Lega Matteo Salvini: ''Renzi è pericoloso. Non solo non sta risolvendo niente. Ma neanche nella peggior Unione Sovietica si è mai visto votare alla 5 del mattino''.

Poi Salvini lancia a Renzi la ''sfida'':un confronto in tv su tutto, dagli immigrati ai conti pubblici. Grillo affida la sua 'arrabbiatura' al blog, e se la prende anche con il presidente del Senato, Pietro Grasso: ''votare di notte come i ladri con un presidente del Senato senza dignità un testo con parti addirittura mancanti. Ieri notte e' andata in onda l'ennesima pagliacciata di una repubblica in mano a golpisti e tangentari''. Insomma roba da ''dittatura con la vaselina''. Il commento di Grillo era stato anticipato anche da uno dei senatori 5 Stelle, Giuseppe Vacciano, che stanotte durante il dibattito sulla fiducia lamentava: ''il mio intervento me lo state facendo fare su Topolino. State mettendo la fiducia su un giornaletto''. E anche Fi se la prende con Grasso, che stanotte si è assunto la responsabilità di far votare un testo che andava ancora 'sistemato' e pulito dagli errori formali, e lo chiama 'Gra(da)sso''. E non è piaciuta neanche la battuta della seconda carica dello Stato che a notte fonda, quando è arrivato il maxiemendamento, ha detto ai senatori ''la ricreazione è finita''. Ma lo stesso Grasso oggi si dice comunque ''molto soddisfatto'' E spiega che ''siamo riusciti in Aula ad aggiustare prima del voto errori umani fatti per un coordinamento frettoloso degli uffici economici nel mettere insieme un testo non completato in commissione''. Ora la palla passa comunque all'altro ramo del parlamento: Montecitorio inizia domani l'esame definitivo che consegnerà questa 'sofferta' manovra (anche a livello europeo) alla raccolta delle leggi dello Stato. Un ultimo passaggio che, nonostante le intenzioni 'barricadere' delle opposizioni dovrebbe essere soltanto di routine. E la presidentessa, Laura Boldrini appare assolutamente serena di questo ultimo passaggio: "qui alla Camera c'è un clima positivo sulla legge di stabilità. C'è una buona interlocuzione con le opposizioni e mi auguro che questa interlocuzione prosegua anche per approvare le riforme".

La manovra torna così alla Camera: la giornata di domenica sarà dedicata a riordinare le misure e solo nel tardo pomeriggio, alle 19, ci sarà un ufficio di presidenza della commissione Bilancio di Montecitorio che deciderà l'ordine dei lavori. Quello alla Camera, che sarà il terzo e l'ultimo passaggio, si annuncia comunque come un esame lampo: già lunedì è atteso l'ok finale ai documenti di bilancio.

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