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di Alessio Taralletto
ANSA MagazineaMag #033
La sfida di Tor Vergata per l'archeologia

Museo per Roma

La sfida di Tor Vergata per l'archeologia

Si chiama 'Museo di Archeologia per Roma', ma il suo segreto e' nascosto nel sottotitolo: 'Dal Centro Storico alla Citta' Storica'.

"Una grande sfida e un segnale importante che dovrebbe servire da esempio per tutto il Paese", ha detto il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, inaugurando l'esposizione all'Universita' di Roma Tor Vergata. Il museo, fortemente voluto, ideato e curato da Andreina Ricci, sorge infatti lontano dai luoghi che abitualmente vengono associati all'archeologia di Roma. "E' un lavoro che spiega il motivo per cui investire sull'archeologia - ha sottolineato Franceschini- ma non facendolo in uno dei siti conosciuti in tutto il mondo, bensì nelle periferie urbane.

Qui è illustrato il sistema per riscoprire e valorizzare quello straordinario patrimonio di storia e di cultura che c'è in tutte le periferie del Paese". Il museo di Tor Vergata punta a rendere comprensibili resti e rovine che, a Roma, sono distribuiti un po' ovunque fuori dal centro storico, e poggia sulla convinzione che è necessario ricomporre l'impropria separazione tra 'centro' e 'periferia' e restituire a tutta la citta' importanti frammenti di storia che i piu' estremi margini urbani conservano e possono raccontare.

"L'idea è far leva sulla cultura e sui beni culturali per portare uno dei patrimoni più grandi del Paese nelle zone più disagiate - ha aggiunto il rettore dell'ateneo, Giuseppe Novelli -. E' per questo che abbiamo lanciato il 'Progetto Tor Vergata-Terza missione', che da qui ai prossimi tre anni porterà l'università ad uscire dalle mura dell'ateneo per incontrare la gente, le imprese e le scuole".

"E' un piccolo museo, ma ha dietro di sé una grande idea - aggiunge Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, gia' direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa -. Riscattare le periferie dalla loro perpetua marginalita' e riportarle al centro dell'attenzione del nostro tempo. Le periferie vanno salvaguardate e migliorate, ma questo miglioramento deve partire dal recuperare la memoria storica del luogo. L'archeologia e' una chiave per farlo e questo museo di Tor Vergata credo sia il primo vero esperimento in questo senso".

“L’archeologia può riscattare le periferie dalla loro perpetua marginalità e riportarle al centro dell’attenzione del nostro tempo”

Salvatore Settis, archeologo


Franceschini, 'ripartire dalle periferie per valorizzare Paese


Archeologia per rilanciare le periferie urbane

GUARDA LA PHOTOSTORY Fotoracconto

Ricci: "Strumento per qualificare le periferie"

A Roma il museo dei resti 'dimenticati'

 Oltre venti anni di lavoro e di ricerca sul campo diventano una mostra. E' 'Archeologia per Roma: dal centro storico alla città storica', ideata e curata da Andreina Ricci, professore ordinario di archeologia all'Università di Tor Vergata. L'esposizione e' il risultato del lavoro del Centro per lo studio delle Trasformazioni del territorio dell'Università di Roma "Tor Vergata" sull'archeologia romana e di una lunga riflessione sul rapporto che lega e separa i resti archeologici dalla città contemporanea. L'attualita' della ricerca, riassunta nel museo di Tor Vergata, e' quella di rivolgere uno sguardo meno consueto all'archeologia romana.

Un intento chiaro gia' dalla sala introduttiva del Museo. "Ci siamo proposti di mostrare, fin dall'inizio del percorso di visita, quanto la città fuori dalle mura sia densa di resti e di testimonianze archeologiche - spiega Andreina Ricci -. Si tratta pero' di testimonianze dimenticate, trascurate e mai considerate. Tanto che gli stessi abitanti dei quartieri che passano accanto a queste testimonianze ogni giorno, stentano a riconoscerle come resti antichi". Nel museo sono illustrate anche alcune proposte progettuali volte a ripensare il ruolo che l'archeologia potrebbe svolgere nel processo di qualificazione delle aree urbane periferiche.

"Una riflessione che potrebbe rivelarsi utile - dice ancora l'ideatrice del progetto -, a filosofie e politiche della tutela troppo spesso concentrate sul solo centro urbano o immobilizzate nell'ormai radicato e annoso conflitto fra conservazione e trasformazione". Il 'viaggio' del visitatore prosegue attraverso alcuni frammenti di storia della città, raccontata dai resti archeologici rinvenuti in numerosi scavi condotti nelle aree del suburbio sudorientale di Roma, e articolati intorno a due grandi temi, "la morte" e "la vita domestica" rispettivamente frutto di indagini su necropoli e ville risalenti a periodi compresi fra l'età repubblicana e il tardoantico. Un viaggio che i curatori della mostra hanno scelto di raccontare con un linguaggio semplice, utile alla spiegazione delle informazioni archeologiche e al racconto, anche attraverso particolari percorsi o strumenti didattici.

"Una intera sezione didattica - aggiunge Andreina Ricci - e' pensata per far capire ai visitatori come uno scavo archeologico condotto senza tecnica e metodo porti lo studioso a perdere ogni tipo di informazione. E come invece uno scavo condotto sistematicamente e nel rispetto della stratigrafia permetta, attraverso i reperti che si trovano in ogni strato, permetta all'archeologo di ricostruire la storia delle trasformazioni di un luogo". L'allestimento del museo è stato pensato sia per i giovani delle scuole, che potranno essere coinvolti anche in esperienze piu' pratiche, sia per tutti i cittadini che vogliano rendersi conto dell'importanza e della suggestione delle storie che le tante presenze archeologiche fuori dalle mura urbane testimoniano. Dal giorno dell'inaugurazione il museo sarà aperto al pubblico: tutte le informazioni , dagli orari di apertura fino alle prenotazioni di scuole e gruppi e le attività didattiche sono disponibili sul sito www.museoapr.it o si riceveranno scrivendo a info@museoapr.it


Ecco il museo dei resti 'dimenticati'