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di Alessandra Magliaro
ANSA MagazineaMag #016
Modello virtuoso di cittadinanza attiva

Scuole aperte, nei cortili ecco la vita

La scuola, le mille e mille scuole italiane sono - prese tutte insieme - la più grande infrastruttura sociale del nostro Paese. Altro che aeroporti, autostrade o viadotti. Le scuole sono dappertutto; e dappertutto accolgono la trasmissione del sapere, l'incontro tra le generazioni, lo scambio di culture e linguaggi. Se poi sono anche 'scuole aperte' la rivoluzione è fatta. Genitori protagonisti, capacità di inclusione, progetti innovativi qualcosa di bello e di nuovo sta maturando nella scuola italiana nonostante tagli e invecchiamento di strutture. Accade che i cortili aperti oltre l'orario scolastico siano sempre più spesso un luogo di aggregazione sociale, senza barriere, senza classi ma in uno spirito di aiuto che produce tante iniziative. Non di rado queste 'scuole aperte' diventano l'unico punto aggregativo di quartieri desertificati dove il bar è diventato una sala gioco e le strade in preda al degrado. Si moltiplicano le associazioni di genitori, fautori di best practice. L’architetto urbanista Stefano Boeri è convinto che le aule ''siano la maggiore infrastruttura sociale del Paese, da ottimizzare e mettere in condivisione'' e lo dice basandosi sui fatti. Alla Di Donato a Roma, dove a fine marzo è stato ospitato il primo convegno sulle scuole aperte, da oltre 10 anni l'associazione dei genitori ha in carico i cortili, aperti fino alle 22 con una miriade di corsi e attività tutte rivolte all'inclusione e alla formazione collettiva.

Nulla più della scuola rappresenta il bene comune: le scuole tengono unite le famiglie, intrecciano le biografie, costruiscono il futuro - dice Boeri - lavorando sul passato e accompagnano i flussi del presente. Scuola aperta supera il concetto, discusso e discutibile di sostituirsi da genitori alle carenze della scuola - la carta igienica un giorno, i materiali didattici un altro - si tratta piuttosto di esprimere in forma volontaria e appassionata di auto-organizzazione e gratuità, una grande vitalità. E' l'articolo 118 della Costituzione Italiana, che stabilisce il principio della sussidiarietà, la base legislativa per le scuole aperte che sono in sostanza pratiche di cittadinanza attiva.

Scuole aperte è  una società che riscopre la dimensione comunitaria, recupera un ruolo perso altrove, fa incontrare persone, mescolare le culture, stabilire quel legame di fiducia con il prossimo che è l'essenza della vita spesso smarrita di oggi. E' un patrimonio che genera valore materiale ma soprattutto culturale, depotenzia il razzismo all'origine, fa allontanare dalle tentazioni della strada, fa conoscere mondi lontani e diversi, accoglie e migliora tutti. Dare valore a questi esperimenti in espansione è un'ipoteca bella per la società speriamo migliore di domani.

I cortili dell'istituto Di Donato a Roma

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Tante esperienze in tutta Italia

Scuole aperte, il cortile dell'istituto Di Donato a Roma

E sono tante in tutta Italia, recentemente recensite dal magazine Vita: il Savoia Benincasa di Ancona, l'istituto Fermi a Mantova, una delle scuole tecnologicamente più avanzate d'Italia, le medie di Mascalucia vicino Catania, alla Cadeo di Piacenza, e ancora a Torino, in provicincia di  Como.

L'esperienza delle Scuole Aperte in alcuni casi ha significato invertire la dimensione di scuola-ghetto. Accade a Milano dove le elementari di Via Dolci  sono diventate modello di qualità formativa e ancora a Roma dove la scuola Pisacane a Torpignattara, di cui le cronache si erano occupate per la lettera in cui i genitori italiani annunciarono di non iscrivere più i bambini in quella scuola dove ormai gli italiani erano netta 'minoranza', si sta trasformando grazie alla neonata associazione dei genitori, in un elenco che si allunga ogni giorno di più.

Sono esperienze riuscite di amministrazione condivisa in cui il pubblico (la scuola, il municipio ed il comune) e la cittadinanza attiva (i genitori-cittadini, le associazioni, la società civile) dialogano.


A Roma, un modello che fa scuola

Scuole aperte, il cortile dell'istituto Di Donato a Roma

Per la 'scuola aperta' Di Donato, nel quartiere Esquilino a Roma, si parla ormai di modello (nel 2010 una rappresentanza è stata ascoltata alla Camera). Tutto comincia nel 2003, da un gruppo di genitori che si sono fatti carico di ripristinare i vecchi seminterrati della scuola, da anni in disuso e sommersi dalle immondizie. La riapertura di questi spazi ha innescato un' onda che ha visto progressivamente convergere le energie delle numerose componenti della scuola – oltre ai genitori e i bambini, gli insegnanti, il corpo non docente e la dirigenza – e le varie istituzioni, in nome di una comune valorizzazione del bene pubblico. Oggi l’Associazione Genitori, che conta stabilmente un centinaio di soci che prestano volontariamente le loro forze, gestisce questi spazi (circa 600 mq) in orario extra-scolastico, insieme ai cortili e alla palestra della scuola Di Donato, ospitando numerose attività sportive, ricreative, culturali, e numerosi servizi per adulti e bambini. Uscendo dalla scuola, l’Associazione è  diventata un importante riferimento per la vita del quartiere, inserita in una rete di rapporti con altre associazioni, progetti, enti che lavorano per la costruzione di una città a misura di bambino, con iniziative come quella del 10 maggio in cui tutte le strade intorno saranno off limits alle auto e dentro il cortile danze, feste e il torneo di mini basket alla nona edizione, intitolato a Mark Christian Matibag, un bambino che rimase ucciso attraversando la strada.

'La nostra è una  partecipazione diretta e volontaria alla cura degli spazi scolastici e di quartiere, abbiamo messo in moto circoli virtuosi di responsabilizzazione dei cittadini e delle istituzioni. Alcuni dei nostri interventi - dice Francesca Valenza, presidente del consiglio d'Istituto e motore insieme a tanti come Gianluca Cantisani - e delle nostre azioni hanno il ritmo della quotidianità, sono la messa in opera di buone pratiche negli ambienti in cui viviamo, scuola e quartiere, con l’attenzione, l’appoggio, la collaborazione di altri cittadini, di operatori, di associazioni ed il coordinamento con gli enti istituzionali. Siamo all'Esquilino e in classe, dal nido alle medie, le nazionalità di origine degli alunni, sono alcune decine, un laboratorio multiculturale, specchio della nuova società italiana. Tra le iniziative più recenti Mamma torna a scuola con me, rivolta ai genitori arabi degli alunni, un corso per imparare l'italiano o migliorarlo. ''L’autonomia scolastica, spiega Valente - consente oggi di incentivare le sperimentazioni, di creare un Forum nazionale delle Scuole Aperte che raccolga le esperienze più avanzate, di facilitare la creazione di associazioni, consorzi, imprese sociali che ci aiutino a gestire questa nostra preziosa infrastruttura diffusa.