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19 maggio - L'inferno di Hollywood visto da Cronenberg

Applausi per Maps to the Stars in concorso

Francesco Gallo CANNES

   Applausi per la tragedia hollywoodiana Maps To the Stars di David Cronenberg, vista dalla stampa specializzata al  Festival di Cannes dove il film corre per la Palma d'oro. Un lavoro del regista canadese dove la realtà si confonde con una fiction fatta anche di  incesti e omicidi e dove si vive solo e comunque per un po' di notorietà. Dove ogni cosa è un additivo per sopportare una vita che diventa invivibile tranne quando si è sotto i riflettori e dove anche i morti risorgono come negli horror. Una Hollywood confusa, piena di droghe colorate, da vivere come in una playstation.

Il film ha un'impianto corale. C'è la ricca famiglia Weiss con il padre Stafford (John Cusack) analista che ha fatto fortuna con i suoi manuali di auto-aiuto; la madre Christina (Olivia Williams) alle prese con la carriera del figlio Benjie, 13 anni, attore bambino e superstar tra gli adolescenti.  Uno dei clienti di Sanford, Havana Segrand (Julianne Moore), è un'attrice non più giovanissima e in crisi che sogna di girare un remake del film che ha reso la madre, Clarice, star insuperabile negli anni '60. Ora la mamma è morta, ma le visioni di lei perseguitano Havana di notte. In questo disastro familiare si aggiunge il fatto che Benjie è appena venuto fuori da un programma di riabilitazione in cui era entrato quando aveva nove anni e che sua sorella, Agatha (Mia Wasikowska), è stata recentemente rilasciata da un istituto psichiatrico dove è stata curata per piromania.
    Proprio la ragazza ha trovato lavoro come assistente di Agatha e ha intrecciato una relazione amorosa con Jerome Fontana (Robert Pattinson) autista di limousine e aspirante attore. Per i due, fare sesso nella spaziosa auto è quasi un'vvietà. 
    Insomma, in questo film di Cronenberg nulla sta al suo giusto posto. Non si parla d'altro che di cure, pillole e social network. E questo per continuare a stare su una scena dove tutto è possibile. Non a caso frase cult di questo film che parla, ovviamente, non solo di Hollywood, è quella che dice uno suoi personaggi: "L'inferno è solo un mondo senza droghe". 
   

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