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Speciali Editoriali 24 maggio

Cannes: Alice vince con la campagna delle Meraviglie

Una famiglia di apicoltori tra tradizione e lusinghe della tv

Le meraviglie (locandina) © ANSA

Quando la campagna è senza contadini stride più forte. E' del tutto stonata. Perché la famiglia di Le meraviglie di Alice Rohrwacher, unico film italiano in concorso a Cannes, premiato con il Grand Prix, ha scelto la campagna come fuga, coltiva le api sì, ma si vede che con la campagna non c'entra proprio nulla. Una famiglia che parla le lingue, è ecologica e quando arriva quella tv, che in casa non ha, e che potrebbe darle notorietà, ne viene solo sfiorata. In questo secondo film (dopo Corpo celeste) la Rohrwacher sceglie la famiglia e l'autobiografia.

Perche' il nucleo familiare formato da Wolfang (André Hennicke), uomo che viene dal Nord e parla tedesco e francese, e Angelica (Alba Rohrwacher) con le loro quattro bambine: Gelsomina (la primogenita e preferita), Marinella, Caterina e Luna non può che ricordare quella altrettanto eterogenea delle due sorelle del cinema italiano. In un film, appena uscito in sala con la Bim, con un nucleo familiare di confine, contadino senza radici, non più cittadino né paesano, anche la location è indistinta. Tutto si svolge tra Umbria, Lazio e Toscana in una casa qualsiasi, fatta di tanti strati diversi, dove ci si è improvvisati agricoltori e dove la meraviglia sta in tutto, perché non ci sono ne' radici, ne' memoria. Ora le ragazzine sono tutte per questo padre-padrone, bizzarro e burbero. Per loro c'è solo il lavoro con le api, è l'unico svago che conoscono.

Per loro il miele è una meraviglia, come la campagna, come le api, come tutto il resto. Quando incontrano, per puro caso e durante una passeggiata al mare, una famosa star tv, Milly Catena (Monica Bellucci) che sta promuovendo un reality (Il paese delle meraviglie) dedicato agli agricoltori, loro, che la vedono per la prima volta, ne sono meravigliati, sono come dei Pinocchi di fronte al paese dei Balocchi. Gelsomina, la più matura, crede sia giusto partecipare alla trasmissione, ma il padre non lo capisce: è uno che certe cose se le è lasciate alla spalle. Non ci sta a fare compromessi. "Che ce ne facciamo dei soldi?", dice a un certo punto alla figlia Gelsomina. E si capisce che è autentico. La famiglia di Wolfang vive fuori dal tempo e ha paura di esserne raggiunta. Alla fine anche lei riesce ad essere consumista. Lo fa quando compra un cammello. Ma che ci si fa con un cammello in campagna?

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