Una serie di interventi di alto profilo portano in queste ore il referendum sull'Indipendenza della Scozia -che si terra' il 18 settembre- fuori dai confini del Regno Unito rendendolo quasi un 'fatto globale'. Nelle scorse ore si e' espressa la ex segretario di Stato Usa Hillary Clinton che in un'intervista alla Bbc ha ammesso: ''detesterei se il Regno Unito perdesse la Scozia''. Prima di lei il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva auspicato che ''uno dei nostri alleati piu' stretti (la Gran Bretagna, ndr) rimanga unito e forte''. E oggi fino alle Highlands giunge anche la voce del Papa.
Il pontefice non prende posizione netta, ma in un'intervista al quotidiano di Barcellona 'La Vanguardia', interpellato sul ''conflitto tra la Catalogna e la Spagna'', ha sottolineato che ''ogni caso deve essere studiato caso per caso'', affermando tuttavia: ''Ogni divisione mi preoccupa''. C'è la ''indipendenza'', la ''secessione'', e ''ogni caso deve essere studiato caso per caso'', ha detto Bergoglio. ''Scozia, Padania, Catalunya - ha aggiunto il pontefice - ci saranno casi in cui sarà giusto e casi in cui sarà ingiusto, ma la secessione di una nazione senza una storia di unità forzata deve essere presa con molte pinzette e analizzata caso per caso''.
Parole che rimbalzano immediatamente all'attenzione in Scozia dove vengono accolte con favore sia dai sostenitori dell'indipendenza sia dal fronte del no: la laburista Anne McGuire, che aderisce alla campagna perche la Scozia resti nel Regno Unito, ha giudicato ''interessante e benvenuto'' l'intervento di papa Francesco, ''ha giustamente messo in guardia sull'impatto delle divisioni'', ha detto. Dal canto suo un portavoce dei sostenitori del 'si' ha messo in evidenza che ''come dice il pontefice, si deve valutare caso per caso''.
I toni sono meno pacati invece quando si tratta di reagire all'intervento di Hillary Clinton, al quale Alex Salmond, 'first minister' scozzese e leader dello Scottish National Party (Snp) che guida la campagna a favore dell'indipendenza risponde piccato: ''Quando viene detto cosa fare tendenzialmente in Scozia si istiga a rispondere che saremo noi a scegliere la nostra strada''. La Scozia, ha aggiunto, ''non e' una proprieta' da 'perdere' ma una nazione che sta per prendere una decisione preziosa, consensuale e democratica''.