"Ho sempre pensato che in gioco
c'era l'urgente necessità di dare un volto e un nome all'omicida
dell'avvocato Musy e di ricomporre al più presto la coesione
sociale e il senso di tradizionale sicurezza compromessi da un
delitto 'eccellente'". Così l'avvocato Giancarlo Pittelli, uno
dei difensori di Furchì, commenta la sentenza del processo di
Torino. "Contro tutto questo - aggiunge - abbiamo lottato nella
consapevolezza che una sentenza assolutoria avrebbe avuto
effetti devastanti per molti".
"Andremo avanti - annuncia Pittelli - con lo stesso impegno
profuso in questi due anni, attendendo di poter esprimere
giudizi più completi nel momento di attuazione del controllo
pubblico di legalità della sentenza, ossia al deposito delle
motivazioni".
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