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Morto in gita, sequestrati i telefoni dei compagni di Domenico

Analisi chat, prime versioni utili; da ragazzo messaggio alle 5

Potrebbero emergere dall'analisi dei messaggi scambiati via WhatsApp dai suoi compagni di classe alcuni elementi decisivi per ricostruire quanto accaduto la notte tra il 9 e il 10 maggio scorso, quando Domenico Maurantonio, studente padovano di 19 anni, è volato giù dalla finestra del quinto piano dell'hotel di Milano dove era ospite per una gita. Inquirenti ed investigatori, infatti, dopo essere riusciti a raccogliere testimonianze "utili" dai ragazzi più direttamente coinvolti nella vicenda, rompendo così in parte quel muro di omertà che si era creato nei giorni seguenti alla tragedia, hanno sequestrato i loro telefoni cellulari per andare a recuperare i dialoghi che intrattennero via chat durante la nottata e nelle prime ore del mattino.ù

Venerdì scorso, il pm di Milano Claudio Gittardi, che coordina le indagini condotte dalla Squadra Mobile, ha ascoltato nuovamente alcuni compagni di Domenico, studenti della 5E del liceo 'Nievo' di Padova, e in particolare quelli più legati a lui e con cui quella notte il ragazzo ha trascorso le ultime ore. Da quanto si è saputo, infatti, nei loro racconti, messi a verbale nei giorni precedenti, ci sarebbero state una serie di incongruenze, soprattutto relative alle varie versioni da loro fornite su quella serata finita tragicamente. Incongruenze, però, superate dai nuovi verbali di tre giorni fa, poiché i giovani hanno reso stavolta testimonianze definite "utili" da fonti vicine alle indagini, anche se alcuni punti restano da chiarire e approfondire. Tanto che la squadra mobile di Padova, su delega della Questura di Milano, a partire da oggi ha deciso di sentire gli studenti della 5F, l'altra classe che partecipava alla gita all'Expo. Pare improbabile, infatti, che nessuno abbia sentito o visto nulla.

Agli stessi ragazzi convocati come testimoni tre giorni fa per cercare di trovare riscontri alle loro parole sono stati poi sequestrati gli smartphone, perché gli investigatori vogliono esaminare il contenuto di chat di WhatsApp e sms che si sarebbero scambiati. Proprio acquisendo quella messaggistica, e dopo le indagini tecniche già svolte nei giorni scorsi, gli inquirenti potrebbero ricostruire con chiarezza i movimenti dei ragazzi quella notte al quinto piano dell'albergo e trovare riscontri sui loro comportamenti "anomali", nel corso di una serata in cui in molti avevano bevuto, mischiando anche superalcolici, e che potrebbe essere culminata in uno scherzo molto pesante o in una bravata sfuggita di mano. Lo studente non indossava né gli slip né i pantaloncini quando è precipitato e gli indumenti intimi sono stati trovati a terra vicino al corpo. Al vaglio, dunque, c'è anche l'ipotesi che qualcuno possa averli lanciati giù dalla finestra, magari prima che lo studente, che pare avesse avuto problemi di stomaco (tracce di feci sono state trovate nel corridoio), volasse giù. Non è stata una caduta accidentale, perché il parapetto della finestra era alto circa 1 metro e 10 cm e quindi il giovane si sarebbe sporto (da solo o alla presenza di qualcun altro) prima di volare giù. Dalle analisi sul telefono di Domenico, poi, è emerso che il ragazzo avrebbe inviato un messaggio, probabilmente via chat, verso le 5-5.30 di quella mattina. E le indagini hanno accertato che la morte è avvenuta tra le 5,30 e le 7. Infine, sono attese a breve, forse già domani, le prime risultanze degli esami medico-legali, tossicologici e genetici affidati dal pm a tre consulenti da lui nominati. Mentre da fonti qualificate vengono definiti ancora "incerti" e "parziali" i primissimi esiti dell' indice alcolemico e sulla presenza o meno di lassativo, emersi nei giorni scorsi. Si era parlato, infatti, di un tasso alcolemico inferiore a un grammo per litro di sangue, ma risposte certe, è stato spiegato, potranno arrivare soltanto dagli accertamenti ematici.

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      Camera di Commercio di Milano
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