Si sta tentando il tutto per tutto a Milano per far nascere un bimbo nel grembo di una mamma di 36 anni, con encefalogramma piatto dopo una fulminante emorragia cerebrale e quindi clinicamente morta. Il feto è di 24 settimane e un'equipe dell'Ospedale San Raffaele sta tentando di tenerlo in vita. Una lotta per la sopravvivenza del feto - che ha pochi precedenti al mondo.
Una sonda nell'intestino materno permette al feto di essere alimentato, la ventilazione artificiale fa arrivare l'ossigeno nel sangue della donna e quindi al feto. Il cuore continua a battere e finché c'è quel battito il bambino viene tenuto in vita. In un certo senso, il corpo della mamma si è trasformato in un'incubatrice per proteggere il figlio.
Ci vorrà circa un mese per poter arrivare ad un parto cesareo, e tentare quindi di salvare il feto: a confermarlo all'ANSA sono fonti dell'ospedale.
La donna, dichiarata cerebralmente morta, è seguita dal professor Massimo Candiani, primario della ginecologia del San Raffaele, e dal professor Luigi Beretta, direttore dell'anestesia e neurorianimazione.
Per dare al feto qualche chance, spiegano dall'ospedale, è necessario tentare di arrivare il più possibile vicini alla ventottesima settimana: al momento, quindi, si sta lavorando per tenere la donna il più possibile stabile, perché il feto non subisca conseguenze.
L'ospedale e gli esperti, comunque, proteggono la famiglia della donna dietro uno stretto riserbo; la morte cerebrale è la conseguenza di una improvvisa emorragia, avvenuta mentre la donna era in casa. Non è noto quali siano le cause che l'hanno scatenata, ma tra le ipotesi potrebbe esserci quella di un aneurisma.
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