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Sfida Italia-Polonia per Lady Pesc, con molte incognite

Ma in pista contro Mogherini c'è anche Bulgaria con la Georgieva

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - La Polonia sfida apertamente l'Italia, mentre la Bulgaria la insidia dalle retrovie: la corsa alla poltrona di Alto rappresentante della politica estera diventa una confronto tra i due candidati ufficiali, il ministro Federica Mogherini e il collega polacco Radoslaw Sikorski, con la bulgara Kristallina Georgieva che, seppur ufficiosamente, punta allo stesso traguardo. Ma se la candidatura del polacco - anch'essa esplicitata nella lettera inviata a Juncker - sembra più una strategia per forzare la vera partita sulla presidenza del Consiglio Ue a cui sarebbe interessato il premier Donald Tusk, quella della commissaria Georgieva può essere una minaccia vera per la Mogherini, perché raccoglie il consenso dei Paesi dell'Est che criticano l'italiana per la vicinanza alla Russia.


Varsavia ha deciso di ufficializzare la corsa del suo ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski, finora sempre solo accennata, proprio mentre il governo italiano rendeva pubblica la lettera con cui il premier Renzi comunicava al presidente Jean Claude Juncker che il candidato italiano per la Commissione, e più precisamente per il posto di Lady Pesc, è la Mogherini. Nonostante su quella posizione Juncker non abbia alcuna voce in capitolo, perché saranno gli Stati nel vertice del 30 agosto a decidere.


Ma la candidatura di Sikorski solleva troppi dubbi per essere credibile. Primo: è del Ppe, ed essendoci già Juncker dello stesso partito, è quasi scontato che la posizione vada a un socialista o a un liberale. Secondo: il ministro polacco è fresco di una pesante gaffe diplomatica quando a giugno, in un'intercettazione poi venuta allo scoperto, accusò di incompetenza il premier britannico Cameron e criticò l'alleanza Polonia-Usa utilizzando una metafora sessuale. Mettendolo sul tavolo quindi, la Polonia potrebbe solo puntare a guadagnarsi il consenso dei Paesi dell'Est per creare un fronte anti-Mogherini, e usarlo come merce di scambio nella partita sul Consiglio.

Buttare giù il fronte anti-Mogherini in cambio di Tusk nuovo presidente Ue.


La candidatura della Georgieva invece, attuale commissario alla cooperazione, è più consistente: non ha una vera affiliazione politica ma un profilo più tecnico, perché prima di Bruxelles era vicedirettore alla Banca Mondiale. Inoltre è una donna, quindi garantisce la quota femminile che Juncker vuole almeno a nove, è ben vista dal presidente e anche dai Paesi dell'Est. L'unica insidia le potrebbe venire da casa sua: in Bulgaria era sostenuta dall'uscente governo, e quello nuovo il 30 agosto potrebbe decidere di scaricarla.


Intanto prende forma la prima Commissione Juncker. Tutti gli Stati (tranne il Belgio che si è preso qualche altra settimana non avendo un Governo) hanno indicato i propri candidati, qualcuno anche più di uno per dare maggior scelta a Juncker, e le donne sulla carta sono almeno sei: da Italia, Danimarca (ne ha presentate due), Repubblica Ceca, Svezia, Bulgaria e Slovenia. La lista resta comunque aperta e modificabile fino a settembre, quando Juncker tirerà le somme e la renderà nota.


Fino ad allora, lavorerà alla non facile assegnazione dei portafogli e alla ricerca di altre donne, per arrivare almeno a nove, come nella Commissione uscente.

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