Italcementi presenta la Città al femminile

'ArcVision Prize' promuove lo sguardo delle donne architette

Redazione ANSA

MILANO - "L'architettura è sempre stata un lavoro da uomini, ma io ho fatto finta di nulla", diceva Gae Aulenti. Un'ispirazione per tante architette che oggi, come lei, progettano gli spazi delle città. Ed è a loro che è dedicato il premio internazionale di Italcementi 'ArcVision Prize - Women and Architecture', che a Expo nell'ambito delle Women's Weeks ha organizzato l'incontro 'Città donna. La città ricostruita al femminile'.
Il riconoscimento, istituito nel 2013, premia (sempre nella giornata internazionale della Donna) progettiste che hanno realizzato opere significative nel campo delle costruzioni civili, residenziali, di servizio, focalizzandosi sugli ambiti del sociale, della cultura e dell'educazione. Quest'anno il premio è stato vinto dalla svizzera Angela Deuber.
"Il nostro approccio parte dal basso, cerca di capire i bisogni veri, le relazioni - ha spiegato l'architetta Luisa Fontana, una delle finaliste dell'edizione del 2013 - Lavoriamo per le fasce deboli perché preferiamo realizzare opere di cui molti potranno usufruire. Vogliamo che i nuovi stili di vita si trasformino in nuovi spazi di vita".
L'architettura al femminile esprime un potenziale molto importante, come ha sottolineato il ceo di Italcementi, Carlo Pesenti. "Le donne hanno una visione diversa, vedono l'edificio da un altro punto di vista. Questo non vuol dire che lo sguardo femminile sia migliore di quello maschile; piuttosto, i due approcci sono complementari e possono contribuire sicuramente al miglioramento del costruire e, quindi, al miglioramento della qualità della vita".
All'incontro anche la presidente del Centro panafricano 'Kwame Nkrumah', la ghanese Samia Nkrumah, membro della giuria del premio dalla sua prima edizione. "La cosa interessante dell'ArcVision Prize è che la giuria è composta da donne che vedono il lavoro di altre donne - ha raccontato -. Siamo tutte molto diverse tra di noi, veniamo da vari Paesi e abbiamo differenti background, ma alla fine, non senza qualche discussione, riusciamo sempre ad arrivare a un consenso sul progetto che vogliamo premiare, perché dal futuro vogliamo le stesse cose: l'armonia con la natura, con lo spazio, con le altre persone, la pace. E vogliamo che i nostri edifici siano più belli, utili e giusti per l'ambiente". "Milano, come tutte le metropoli moderne, non è ancora una città a misura di donna, ma sta lavorando per esserlo - ha detto la vicesindaco del Comune di Milano e assessora all'Urbanistica, Edilizia privata e Agricoltura, Ada Lucia De Cesaris -. Milano sta lavorando per essere una città accogliente e includente per tutti e, quindi, anche per consentire alle donne di poter conciliare i propri tempi, la propria vita e la propria professione".

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