Padiglione Italia,il Paese in una strada

300 metri e un albero per raccontare passato, presente e futuro

Bianca Maria Manfredi MILANO

MILANO, 1 MAR - E' il Vivaio, non solo di prodotti, ma anche di talenti,l'idea di base del Padiglione Italia per raccontare il nostro Paese all' Esposizione universale di Milano. In realtà il Padiglione, non è un Padiglione ma un quartiere: una strada di 325 metri lungo cui si trovano una serie di edifici e piazzette che ricreano l'idea dei borghi e mettono insieme tradizione e innovazione. L'Italia di ieri, di oggi, di domani: ad esempio, 1.400 tipi di vino e dispenser automatici per assaggiarli, prodotti tipici da ogni Regione ma anche sicurezza alimentare. La strada attraversa il sito da Nord a Sud, come negli accampamenti e nelle città fondate dai romani faceva il cardo.

Per questo si chiama cos': Cardo. All'estremo Nord, al centro della Lake Arena, uno specchio d'acqua di 90 metri di diametro, sorge l'Albero della vita, l'icona del Padiglione, la Tour Eiffel di Expo Milano 2015, la struttura più alta del sito. Accanto, Palazzo Italia, unico edificio lungo il Cardo che non sarà smontato a evento concluso. L'idea con cui lo studio Nemesi&Partners lo ha progettato è quella di creare una foresta ramificata che si erge attorno a una piazza centrale. La costruzione di cinque piani è fatta di acciaio, vetro, calcestruzzo e uno speciale cemento biodinamico creato da Italcementi, che cattura e rende inerti alcuni inquinanti. Si tratta di una malta bianchissima ed estremamente duttile, montata in modo da creare l'effetto dei rami della foresta. La facciata Ovest è completata, all'interno del Palazzo si lavora 24 ore al giorno per finire di montare i 5.600 metri quadrati di vetrate, i 7.000 metri quadrati di pavimenti (la posa è eseguita soprattutto di notte), ultimare gli impianti, i 12 ascensori.

La visita inizia dalla piazza coperta dove si trovano due statue: un'opera contemporanea creata per Expo e una statua 'famosa'. Da qui comincia il percorso della mostra che punta sulle quattro forze dell'Italia: saper fare, bellezza, limite e futuro. Il mercato al buio gestito dell'istituto dei ciechi, i mercati rionali, il dipinto della Vucciria di Renato Guttuso, enormi figure in 3D interattive, l'area del Lazio e Roma Capitale sono alcuni degli elementi che si potranno esplorare, insieme allo spazio dove firmare la Carta di Milano, sorta di protocollo di Kyoto sul cibo, che il 16 ottobre sarà consegnato al segretario dell'Onu Ban-ki Moon. E poi in cima il ristorante Vip di Peck. Proprio di fronte, si incontra il padiglione dell'Unione Europea e subito accanto il padiglione del Vino con un allestimento creato da Italo Rota, che include una biblioteca del vino, la possibilità di fare degustazioni e anche di vedere un 'mare di vino', una sorta di impluvium romano con al centro una vasca che sembra riempita di vino.

Vicino a Palazzo Italia sono anche gli spazi dedicati alla Croce Rossa, ai 24 progetti vincitori di We Women for Expo, a Ecco Pizza&Pasta e a 'Convivio', la parte del Cardo in cui sono ospitate a rotazione le Regioni. Attraversato l'incrocio con l'altra strada del sito, il Decumano, c'è l'area Lombardia, quella Coldiretti (con un pavimento speciale che dà l'effetto di calpestare il terreno), e una parete sensoriale. Seguono lo spazio della filiera del latte di Granarolo, quello Lavazza sul caffè, l'Olio di Coppini, il gelato Rigoletto, la birra Poretti, uno spazio San Pellegrino, la terrazza Martini e l'allestimento di Confindustria su sostenibilità e sicurezza alimentare.

"Il cardo sarà divertente - assicura il commissario Diana Bracco - e secondo me affollatissimo".

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