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Gaza: direttore Caritas, scene da II Guerra Mondiale

Impossibile evacuare cristiani feriti. Intere famiglie estinte

29 luglio 2014, 17:14

Redazione ANSA

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I funerali di una donna cristiana uccisa dai bombardamenti israeliani a Gaza - RIPRODUZIONE RISERVATA

I funerali di una donna cristiana uccisa dai bombardamenti israeliani a Gaza -     RIPRODUZIONE RISERVATA
I funerali di una donna cristiana uccisa dai bombardamenti israeliani a Gaza - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSAmed) - ROMA- "E' come la Seconda guerra mondiale, la distruzione totale. Colpiscono tutti: civili, donne, bambini e ospedali": padre Raed Abusahlia, direttore della Caritas di Israele e Palestina, non trova parole adeguate per descrivere cosa sta succedendo a Gaza, "è al di là di ogni immaginazione". Anche i cristiani sono vittime delle bombe: case, scuole della piccola comunità di 1300 persone, in tutto 310 famiglie, non vengono risparmiate. La Caritas - spiega in un'intervista telefonica padre Raed, palestinese nato nei Territori uccupati - sta cercando di aiutare in queste ore, tra i tanti, la famiglia cristiana degli Ayyads, la cui casa è stata distrutta in un bombardamento degli israeliani domenica scorsa "senza alcun preavviso e senza un perchè". La madre, sessantenne, è morta sul colpo, Un suo figlio, trentenne, è in gravissime condizioni: gli sono state amputate le gambe, ha ustioni sul 70% del corpo e danni alla testa. "Sta rischiando la vita ma finora non siamo riusciti ad avere l'autorizzazione per trasferirlo in un ospedale a Gerusalemme", dice il responsabile della Caritas. "I cristiani - spiega - sono tutti concentrati nella città di Gaza. Nessuno è in altri campi rifugiati o città della Striscia. Così si trovano in mezzo al conflitto. La situazione è drammatica: niente elettrictà, niente acqua, bombardamenti giorno e notte, missili che cadono da entrambe le parti. E' veramente terribile. Non possono fuggire nemmeno se volessero.

D' altra parte dove potrebbero fuggire? La frontiera con l'Egitto è chiusa così come quella con Israele". La Caritas sta cercando di mandare aiuti a quante più famiglie possibili, musulmane e cristiane. Il progetto è di raccogliere fondi per sostenere 3 mila nuclei familiari, che hanno perso completamente tutto, "a sopravvivere per uno o due mesi".

L'organizzazione umanitaria è anche presente nella Striscia con medici, volontari e un'unità sanitaria mobile. "Devono fermare questa guerra e salvare la vita di tanti innocenti", afferma il responsabile della Caritas. "Dico e non ho paura di dire che le persone morte da entrambe le parti sono esseri umani e non numeri. Hanno nomi, genitori, parenti".

"Immaginate che a Gaza 56 famiglie sono completamente estinte, uccise nei bombardamenti. Ciò significa che non esistono più.

Questo è terribile. Devono fermarsi". (ANSAmed).

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